Sabato scorso verso le 19.00 ora locale, il vulcano di Goma ha eruttato mettendo in pericolo tutta la città dove vivono circa 1,5 milioni di abitanti di cui la gran parte, in case di legno senza luce e acqua.
Il Nyiragongo
Era già successo nel 2002 e Goma si era ritrovata con qualche centinaio di morti, qualche migliaio di feriti e qualche decina di migliaia di sfollati. La città è rimasta coperta sotto qualche metro di lava e, solo successivamente, è stata ricostruita sopra la colata.
E’ uno dei vulcani più attivi del mondo e lo studio dei vulcani nella zona suscita da sempre un grande interesse per gli scienziati. Ma il problema più grande resta sempre: come fare in modo che la gente non debba perdere la casa, i propri beni o la vita.
Il vulcano di Goma si chiama Nyiragongo e fa parte di una catena di vulcani al confine tra Congo e Ruanda. Dal punto di vista paesaggistico è spettacolare, un vulcano circondato da foreste tropicali dove vivono ancora gli ultimi esemplari di gorilla di montagna.
Ho sentito i miei famigliari, sabato, per capire cosa succedeva e per assicurarmi che non fossero in pericolo ma, devo dire che c’era un grande panico. Nonostante il governo chiamasse alla calma, la gente ha iniziato a fuggire. Alcuni verso sud, alcuni verso il Ruanda.
La gente fuggiva, con le poche cose che riusciva a portare con sé, sperando che la lava non dirigesse verso Goma e fortunatamente, la lava ha preso un’altra direzione.
Il ritorno a casa
Quando le autorità hanno iniziato a dire che il pericolo era terminato, le persone hanno iniziato a tornare. Il vulcano di Goma aveva travolto solo alcune case di quartieri e villaggi periferici, la lava si era depositata e la gente ha iniziato ad utilizzare il calore della lava per cucinare.
Alla fine il popolo congolese riprende la vita normale, facendo tesoro delle esperienze e cercando di ritrovarsi il giorno seguente in una situazione migliore di oggi. Un po’ quello che cercano di fare tutti.
In occasione dell’eruzione del vulcano di Goma ho preparato un soufflé di riso venere con salsa di pomodoro leggermente piccante, cubetti di tonno, filetti di zucchine una salsa di zucchine. Un modo per parlare di quanto può essere tragico e terribile un evento e per sapere che da ogni evento può nascere qualcosa di nuovo.