I pescatori nella nebbia

Nelle grigie giornate di nebbia, si possono vedere, lungo i fiumi ed i canali molti pescatori che solitari restano ore ad aspettare che il pesce abbocchi.

Fa freddo, ma questo non sembra fermarli e, a quanto pare, trovano soddisfazione anche nella solitudine e nell’attesa. La passione per la pesca mi ha fatto riflettere molto.

I pescatori si svegliano molto presto al mattino per andare in riva ad un fiume, preparare i loro attrezzi e sedersi per ore ed ore ad attendere di prendere qualcosa. A volte hanno successo, a volte no. Questo non conta, la bellezza la ritrovano nel fare, non solo nel risultato.

Sembra che il pescatore vada a pesca per vivere la situazione che si crea in riva al fiume, in solitudine, in silenzio, quando ancora è buio, al freddo e molto spesso avvolto nella nebbia!

Una condizione scomoda, che dà comunque piacere. Quasi fossero un tutt’uno con il circostante. Hanno un gran fascino i pescatori nella nebbia!

Ieri mio cognato mi ha fatto una gran bella sorpresa! Mi ha portato alcune trote appena pescate da un amico in un fiume della zona.

Avevo preparato branzini, sarde, salmoni e tanti altri pesci ma le trote, era la prima volta.L’ho preparata al forno con un contorno di insalata e banane saltate in padella con rosmarino.

Mi sono ricordata dei tempi dell’università e delle signore che preparano il pesce alla brace lungo le strade a Goma. Il pesce arriva al mattino presto e le signore sono al porto per acquistarlo.

Poi si spostano lungo le strade o al mercato dove hanno dei baracchini di legno coperti da foglie di palma o di banano.

Sembra strano, ma le foglie di banano sono un ottimo isolante termico e non trasmettono il calore del sole che batte.

Preparano le braci e pian piano arrivano le persone a mangiare. Si crea un’ambiente molto famigliare, a volte si mangia sul posto, seduti in qualche seggiola di fortuna, a volte si compra e si porta a casa.

Gli studenti di solito passano verso sera, quando il pesce costa un po’ meno e si fermano a chiacchierare con le cuoche. Le signore accolgono gli studenti con benevolenza, capiscono che gli studenti non hanno grandi possibilità economiche, li trattano con affetto e molto spesso regalano qualcosina.

La situazione che si crea è molto piacevole e noi studenti, spesso lontani da casa e dalla famiglia ci sentivamo accolti e rincuorati da queste signore.

Col tempo si creano rapporti e relazioni con queste donne, che diventano come delle “zie” per gli studenti che passano.

Un concetto diverso di negozio dove “compro e vado”; un senso importante di comunità associato al negozio e al commercio. Un senso di umanità e serenità col mondo.

Credo che anche i pescatori, avvolti nella nebbia, aspettano immobili per ore per respirare in quel mentre lo stesso senso di umanità e serenità col mondo.

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